E alla fine cosa rimane? Borracce vuote, tanta stanchezza, un ginocchio scricchiolante ma tanta contentezza e un po' d'esperienza in più messa nel bricco. Eppure il monte Marsicano sembrava a tutti noi semplice e senza insidie...
...invece di insidie ve ne sono state e per farvi fronte abbiamo dovuto utilizzare la nostra esperienza e il nostro istinto ed eccoci qua, a raccontare di un'avventura che agli occhi di alpinisti potrebbe apparire come un passo indietro rispetto gli innevati canali invernali e invece è un passo in avanti in un ambiente atipico, spesso messo in disparte e scartato perchè troppo facile. Ma io sono fatto così, non amo andare "solo" in montagna ma piace immergermi nella natura, vivere emozioni atipiche e rimanere ogni volta stupito da quello che conosco e imparo.
I miei amici sono come me e questa volta Fabrizio e Matteo Federico Biondo Di Matteo sono con me nell'ascesa.
Partiamo con calma alle 10 dopo 2h di viaggio e 1h tra ricerca del punto di partenza e preparativi vari. Subito ci immergiamo nella magnifica valle La Canala e ci accorgiamo che oltre il letto del torrente secco c'è una palizzata di roccia invitante. Da bravi climbers in vacanza ci proiettiamo verso il verticale e cominciamo a scalicchiare di qua e di là improvvisando traversi e ridendo di qualche goffo tonfo.
L'andazzo è già chiaro, oggi ci va proprio di cazzeggiare e personalmente non me ne dispiaccio vista la settimana piena di sport e allenamenti vari che mi ha fatto arrivare ad oggi pieno d'acciacchi e dolori ovunque. Il proseguio della salita è piacevole e dopo una deviazione per andare a vedere il simpatico rifugio di Prato Rosso saliamo per la Valle di Corte e raggiungiamo lo splendido anfiteatro.
Propongo di deviare ancora una volta per salire la vicina Cima della Corte ma la proposta vine declinata seccamente così dopo esser saliti in cresta raggiungiamo agevolmente la vetta; Un marsicano sul Marsicano!
Ci prendiamo un momento di sereno relax e cominciamo a smangiucchiare qualcosa. Io ho nel mio zaino solo 3 mele e una frittatina senza pane preparata di fretta la mattina. Invece vicino a me Fabrizio da bravo ostiense ha portato ciabatte di pane, brie, prosciutto, etc. mentre Federico ha portato un panino in più per me e biscottini vari. E' in questo momento che mi viene in mente quando da piccolo a scout facevo i pranzi di condivisione dove ognuno mette in una cesta il proprio panino per mangiare quello di un altro a caso, poteva dirti bene e mangiare il panino super con cotoletta, mozzarella, lattuga e gamberetti e poteva dirti male e mangiarti un tocco di legno con in mezzo una fetta di prosciutto fatta di solo grasso. Fato sta che i miei occhioni dolci fanno effetto sui miei compagni e a fine pasto sono quello che ha mangiato di più e soddisfato mi sdraio sul comodo pendio del monte a crogiolarmi al caldo e piacevole sole primaverile.
Dopo mezz'ora di penneca comincia la lunga discesa; Il versante occidentale risulta ripido e noioso fino all'immergimento nel bosco. Superiamo lo Stazzo di monte Marsicano e giungiamo nelle vicinanze di Opi dove seguendo il sentiero E3 deviamo decisamente a destra per tornare verso il punto di partenza. E' qui che cominciano le difficoltà. Il sentierodapprima si presenta come fangoso e fastidioso poi scompare lasciando spazio a molte tracce che seguiamo orientativamente. Entriamo in un nuovo tratto boscoso e ritroviamo il sentiero per poi riperderlo miseramente tra arbusti vari e fantomatici segnali. Superiamo diversi fossi prendendo come riferimento le pendici rocciose della montagna e dopo aver ritrovato il sentiero riusciamo ad uscire dal tratto arduo in un magnifico pratone.
Sopra di noi vola un aereo che sembra un Canader, probabilmente è un miraggio visto che le nostre borracce hanno esaurito l'ultima goccia, così nella speranza che ci venga scaricato in testa l'oceano proseguiamo per prati seguendo il ritrovato sentiero ma ad un certo punto la strada sterrata finisce e nessuna traccia si presenta oltre, eppure dovremmo andare proprio da quella parte. E così, cartina alla mano, ricominciano in un nuovo fuori pista dove Fabrizio si mette davanti a batter strada, il Biondo gode della bellezza del sottobosco mentre io, sommesso da dolori alle ginocchia, chiudo mestamente il gruppo.
Ore 20.00, finalmente riusciamo a ricongiungerci al sentiero d'andata. Il tempo stringe anche se oramai le giornate lunghe lasciano spazio a tante ore di luce e così dopo poco tempo e qualche altra battuta senza senso giungiamo alla macchina dove posso staccare il tracciatore GPS e constatare che oggi abbiamo percorso 24km e quasi 2000mt di dislivello... che sfacchinata!
Partecipanti: Federico "Biondo" Di Matteo, Fabrizio Pascale, Fabio D'Angelo
Per vedere la descrizione del percorso dell'anello del Monte Marsicano da Pescasseroli clicca qui