Lunghezza: 28km
Dislivello Complessivo: 2.100mt
Durata: 2gg, 12h totali
Grado di Difficoltà: EE per Escursionisti Esperti
Data Ultima Modifica: Giugno 2019
Punto di Partenza e Arrivo: Colle Impiso, Viggianello (1.580mt)
Punto di massima elevazione altimetrica: Serra Dolcedorme (2.267mt)
Tipo di Percorso: Anello
Percorribile in senso inverso: si
Gruppo Montuoso: Parco Nazionale del Pollino
Fonte/Autore: Marlow78
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Premessa: Escursione davvero impegnativa per chilometraggio, dislivello e organizzazione. Il lungo anello permette di raggiungere alcune delle principali vette del Parco Nazionale del Pollino, nello specifico 7 monti over 2000 che arrivano a 10 considerando anche le cime minori.
Lungo il tracciato si possono ammirare magnifici esemplari di Pino Loricato, simbolo e orgoglio del Parco del Pollino, capace di resistere e prosperare in ambienti difficili ma con una ricca biodiversità. Albero più vecchio d’Europa e per questo soprannominato “dinosauro degli alberi”, deve il suo nome alla caratteristica corteccia apparentemente divisa in placche trapezoidali, questa pianta ricorda l’armatura degli antichi romani con le “loriche”, da cui il nome “loricato”.
Lungo il percorso è presente il Bivacco di Colle Gaudolino (1680 mt) di proprietà del Parco stesso (tel. 0973 669311) vicino al quale è presente l’omonima fonte. Il rifugio è ben attrezzato e libero, è sempre aperto e dispone di 4 posti letto e si può valutare come punto di appoggio per spezzare l’escursione in due giornate sebbene non sia posizionato a metà percorso, quindi, è necessario studiare la suddivisione delle giornate con una mappa alla mano dovendo probabilmente allungare il chilometraggio complessivo. Attenzione a non accendere fuochi, la guardia parco è molto attenta e attiva nella zona e possono fioccare multe salate.
Ad esclusione della fonte Gaudolino che si incontra lungo il passaggio sono presenti altri punti di rifornimento idrici che però richiedono delle piccole deviazioni dalla traccia principale, necessario quindi ponderare bene anche il rifornimento d’acqua. Altra attenzione è l’esposizione al sole, molti tratti sono scoperti ed è bene prevenire con adeguate protezioni. Infine, va considerato che i sentieri scarsamente segnati dall’ente parco e lungo il tracciato solo in alcuni punti sono presenti cartelli e indicazioni mentre per lo più sarà necessario affidarsi ad un buon senso dell’orientamento o una traccia GPS per seguire il tracciato.
Nel complesso, considerati i fattori di lunghezza, dislivello e logistica il percorso risulta davvero impegnativo e consigliato a persone con una buona dose di allenamento e adattamento agli ambienti di montagna. Tuttavia, la bellezza dei luoghi ripagherà pienamente l’escursionista della fatica spesa.
Come arrivare: per le indicazioni stradali al punto di partenza clicca qui
Dalla A1 uscita Campotenese, si seguono le indicazioni per Viggianello superando un paio di bivi e prendendo la Provinciale SP137. Raggiunta la Cappella Madonna del Carmine si svolta a destra al bivio con cartelloni del parco seguendo le indicazioni per il Ristorante “La Baita”. Si segue la strada che si addentra nel bosco per 15km (strada Ruggio Visitone) fino a raggiungere il piccolo parcheggio su strada di Colle dell’Impiso.
Descrizione: per leggere la descrizione originale del percorso clicca qui
Da Colle Impiso parte il sentiero 920 che risale sulla prima vetta della giornata, si sale attraverso un bosco per il sentiero dei carbonai, si attraversano brevi radure per poi uscire dal bosco e finire l'ascesa allo scoperto in cima alla Serra del Prete (2.181mt, 1,5km dalla partenza). Dalla prima vetta il panorama già prefigura tutta l'ampia gamma di meraviglie che si assaporeranno.
Dalla vetta si prosegue su cresta in direzione della fonte del Gaudolino. In questo punto bisogna far attenzione a seguire il sentiero che si mantiene leggermente a sud rispetto la linea di cresta entrando nel bosco e raggiungendo la valle nei pressi di Piano Gaudolino dove è presente la fonte del Gaudolino e l’omonimo rifugio ben tenuto.
Da Piano Gaudolino si prosegue verso la seconda ascesa, quella al Pollinello. Anche in questo punto fare attenzione a prendere il sentiero corretto che dal rifugio sale per prati in direzione est verso un cartellone del parco con cartello per poi deviare a destra (sud) entrando nel bosco risalendo il massiccio sulla costa occidentale. Lungo il sentiero è possibile vedere gli enormi Pini Loricati tra cui uno dei più antichi, il Patriarca, di almeno 2000 anni di età. Usciti dal bosco si giunge sul versante meridionale del massiccio verso il Pollinello. La cima della Serra del Pollinello 2.044mt si trova a poche centinaia di metri dalla sella del Pollinello, il consiglio per chi segue la traccia è quello di camminare sempre su cresta.
Dalla sella si svolta a sinistra mirando dritti alla vetta del Pollino, questo è preceduto da un piccolo calderone glaciale con omini di pietra tutt'intorno che conducono tutti alla vetta principale del Monte Pollino (2.248mt, 7km dalla partenza). Dalla vetta il panorama è suggestivo ed è possibile scorgere a sud est la vetta della Serra Dolcedorme e il tracciato da percorrere per raggiungerla.
Attraverso la cresta si scende in direzione del Colle del Malevento dove sono presenti indicazioni per la salita alla Serra (tempo indicato 1h10m).
La salita è dura, tutta scoperta. Salendo sul sentiero fare attenzione alla vetta della Timpa di Valle Piana 2.163mt che si trova sulla destra raggiungibile con una deviazione lasciando il percorso battuto. L'ultimo tratto di salita avviene su un sentierino sdrucciolevole e un centinaio di metri di dislivello, superato questo tratto si giunge in Vetta alla Serra Dolcedorme (2.267mt, 10km dalla partenza). Dalla vetta il panorama è fantastico, è possibile vedere il Golfo Ionico, la piana di Castrovillari, tutto il complesso circolare delle vette del Pollino, quelle fatte e quelle da fare, e il letto del torrente Raganello che si incassa nelle sue gole.
Dalla Serra Dolcedorme bisogna proseguire su cresta in direzione sud est (sentiero 921A) per raggiungere la distante Timpa del Pino di Michele (2.069mt) che prende il nome da un addetto alla forestale che amava salire su questa vetta.
Dalla cima è possibile scendere proseguendo ad est lungo la cresta fino al Passo del Vascello dove si devia decisamente a sinistra ripercorrendo la costa a bordo del bosco prima di entrarvi oppure dalla vetta è possibile scendere direttamente a mezza costa in direzione nord verso Acquafredda intercettando il sentiero prima di entrare nel bosco. Il sentiero scende a Piano di Acquafredda attraversando una radura e un bosco chiamato “degli alberi serpenti”. A Piano si Acquafredda, a quota 1.800mt è presente la Sorgente di Acquafredda. Siamo ancora circa a metà percorso (13km dalla partenza) ed in questo punto è necessario analizzare le proprie condizioni fisiche valutando se proseguire nell’anello oppure deviare ad ovest verso il Passo delle Ciavole tagliando il tracciato (sentiero 923). Per proseguire nell’anello è necessario invece impiegare un ulteriore sforzo per salire sull'ultimo complesso del Parco, quello della Serra Ciavole.
La salita è dura a causa dei chilometri accumulati, si sale attraverso bosco e radura lasciando il sentiero battuto, si arriva alla settima vetta, Serra delle Ciavole Sud (2.127mt), la scritta è sul pezzo di legno piantato tra i sassi. Poi si prosegue su cresta attraverso un paesaggio che non ha eguali, si costeggia sulla destra un pendio scosceso con sotto un immenso bosco e le gole del Raganello, a sinistra la valle del piano di Jannace, il tutto attraverso quel che riamane di un bosco di pini Loricati, una cosa fantastica.
Per raggiungere la vetta successiva si affronta un passaggio di facile arrampicata superato il quale si giunge sulla Serra delle Ciavole Nord (2.130mt, 14km dalla partenza). Il consiglio è sempre di passare su cresta.
Proseguendo verso nord si scende di nuovo (sentiero 923A) fino alla sella della Grande Porta del Pollino (possibile deviazione ad est per raggiungere la Sorgente del Raganello) e si risale sulle ultime due vette attraverso un breve dislivello, la vetta successiva è la Serretta della Porticella (2.000mt), anche questa bisogna andarsela a cercare, si attraversa un bosco di pini Loricati e una breve macchia per raggiungere l'ultima vetta, un piccolo anfiteatro naturale fatto di pietre aguzze, pini Loricati e un paesaggio che dà modo di osservare da un'altra prospettiva tutto il Parco attraversato. È possibile lasciare gli zaini sotto la sella e salire costeggiando tutta la cresta. L'ultima vetta è la Serra di Crispo (2.053mt, 17km dalla partenza).
D'ora in poi l'obbiettivo è percorrere i 7km che in discesa che ci separano dal punto di partenza. Si torna alla sella e si segue il sentiero in direzione dei Piani di Jannace. Raggiunto il ruscello Frido si attraversa riscendendolo sul lato sinistro idrografico dirigendosi verso il sentiero che conduce ai piani di Gaudolino. Intercettiamo il sentiero che ben presto si trasforma in una carrareccia molto ampia, tutto il tratto finale avviene all'interno di un fitto bosco. Giunti a valle, poco prima dei Piani di Vacquarro, si abbandona la carrareccia che comunque conduce al parcheggio per seguire il sentiero dei Carbonai nella macchia che conduce al punto di partenza.